Alcuni dati epidemiologici sull'ictus
In Italia l’ictus è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e le neoplasie, causando il 10%-12% di tutti i decessi per anno, e rappresenta la principale causa d’invalidità.
Ogni anno si verificano nel nostro paese circa 196.000 ictus (dati estrapolati dalla popolazione del 2001), di cui l’80% sono nuovi episodi (157.000) e il 20% recidive, che colpiscono soggetti già precedentemente affetti (39.000).
Ad un anno dall’evento acuto, un terzo circa dei soggetti sopravvissuti presenta un grado di disabilità elevato, che li rende totalmente dipendenti.
L’ictus ischemico (da trombosi o da embolo) rappresenta la forma più frequente di ictus (80% circa), mentre le emorragie intraparenchimali riguardano il 15%-20% e le emorragie subaracnoidee circa il 3%.
La mortalità acuta (30 giorni) dopo ictus è pari a circa il 20%-25% mentre quella ad 1 anno ammonta al 30%-40% circa; le emorragie (parenchimali) hanno tassi di mortalità precoce più alta (30%-40% circa dopo la prima settimana; 45%-50% ad 1 mese).